Trieste - Via Commerciale - Via Martiri della Libertà,
Piazza Alberto e Kathleen Casali, Scorcola e dintorni
Via Commerciale, raramente soprannominata via della Tramvia, è la strada più rapida tra il centro città di Trieste e Opicina. La strada è classificata come Strada comunale n.10. La strada venne costruita nel medioevo sullo stesso percorso di adesso. La strada venne asfaltata a partire dal dopoguerra della prima guerra mondiale. Il nome venne dato per la forte affluenza del trasporto merci tra il porto vecchio di Trieste e Vienna; per l'intensivo utilizzo negli anni dell'impero austro-ungarico (1867-1918).
La strada parte da piazza Albert e Kathleen Casali, ove costeggia la tranvia di Opicina sino a salita della Trenovia. La strada prosegue e si inerpica verso nord-est sino a raggiungere una pendenza massima del 16,2%. Successivamente passa al di sotto campo Cologna, nel quale rincontra i binari del tram de Opcina. Prosegue passando al di sotto della chiesetta di Maria Regina Pacis e si incrocia con salita di Conconello. La strada continua costeggiando i binari che la lasciano sull'unico tornante della strada, poco prima di sfociare sulla Trieste-Opicina. (Wikipedia)

Casa Valdoni: L'edificio al numero 25, era la casa di famiglia del chirurgo triestino Pietro Valdoni. L'immobile, in stile liberty, fu costruito tra il 1907 e il 1908 su progetto dell'architetto Giorgio Zaninovich , allievo di Otto Wagner e interprete della corrente secessionista viennese. La casa è nota anche come Casa del Fauno.

L'area di Via Commerciale sulla quale è stato edificato questo fabbricato, è caratterizzata dalla presenza di edifici costruiti in gran parte dopo il 1880, alcuni dei quali contraddistinti da elementi liberty. In particolare, l'edificio denominato Casa Valdoni era la casa di famiglia del chirurgo triestino Valdoni. L'immobile, in stile liberty, fu costruito tra il 1907 e il 1908 su progetto dell'architetto Giorgio Zaninovich , allievo di Otto Wagner e interprete della corrente secessionista viennese. Il vincolo è limitato alla facciate verso la strada ed alla ringhiera liberty della scala.

Casa del Fauno - il balcone: al centro si vedono due coppie di bimbi circondati da piante e fiori in atteggiamento di cantare o di richiamarsi tra di loro, mentre ai due lati appaiono un fauno che suona il flauto e, all'opposto, una ninfa che forse sorreggeva una lira o altro strumento musicale (il braccio è stato poi ricostruito durante la recente ristrutturazione).
Sopra: L'immobile, a pianta poligonale con affaccio principale su Via Commerciale, si compone di sei piani fuori terra. La facciata, molto elaborata e di grande effetto plastico, è caratterizzata da un arretramento dei piani superiori nelle parti laterali. Il pianoterra è a bugnato rustico. Al centro della facciata, al primo piano, due grandi mensole a voluta sorreggono un balcone, sulla cui ringhiera in ferro siedono due fauni realizzati in pietra. Nelle nicchie del terrazzo sono collocati due gruppi scultorei raffiguranti dei fanciulli. Le finestre ad arco presentano caratteristiche ad imitazione dello stile bizantino. Le due estremità laterali della facciata, arretrate rispetto al corpo centrale, sono caratterizzate da diversi poggioli con balaustre, alcune in ferro, altre in muratura. All'interno le scale sono abbellite da una pregevole ringhiera liberty in ferro. Il vincolo è limitato alla facciata verso la strada ed alla ringhiera liberty della scala.
Desc. el. decorativi:- ELEMENTI ORNAMENTALI (esterno) Elementi decorativi di gusto liberty a motivo floreale ornano la facciata a livello del piano nobile. SCULTURE (esterno) Gruppi scultorei raffiguranti due coppie di fanciulli sono collocati nelle nicchie del primo piano. Un fauno e una ninfa siedono alle estremità della balaustra del balcone centrale. BALCONI I balconi alle estremità laterali della facciata presentano balaustre in muratura nei primi tre livelli e balaustra in ferro battuto all'ultimo piano. Il balcone al centro della facciata è caratterizzato da una balaustra in ferro battuto.
(da: http://biblioteche.comune.trieste.it)

Casa Cuzzi Fonda Leocovich: L'immobile sorge su Via Commerciale, già Via Commerciale Vecchia, che si estende su "tutta la vecchia strada regia, tracciata sul pendio del monte sino ad Opicina... aperta nel 1779... onde agevolare il trasporto delle merci per l'Italia e la Germania" (Generini, 1968, p. 154). La zona è interessata da una fase di sviluppo edilizio dagli inizi dell'Ottocento, quando iniiziano ad essere costruite ville e palazzi commissionati da ricche famiglie impiegate soprattutto nelle attività commerciali avviate in città; tra gli esempi più importanti si segnalano Villa Maser e Villa Czeicke, immersa nell'estesa proprietà della famiglia originaria dalla Slesia. L'edificio in esame s'inserisce all'interno di questo contesto di espansione urbanistica della zona: il palazzo viene costruito sui terreni di proprietà dell'architetto Umberto Fonda, da cui deriva il nome attribuito al complesso immobiliare delle "Case Fonda".

L'immobile in esame viene completato entro il 1911, su progetto dello stesso Umberto Fonda con l'architetto Giorgio Zaninovich.

La struttura viene inserita nella rappresentativa via triestina di gusto Liberty, studiando una struttura ad angolo con bugnato rustico alla base e una teoria di aperture alternate a lesene terminanti con rilievi elaborati a motivi floreali, sviluppando "l'indirizzo "decorativo" secessionista" adottato nella produzione architettonica contemporanea triestina (Walcher, 1967, p. 40). Interessato da diversi interventi di ristrutturazione alla fine del Novecento, l'edificio ha mantenuto l'aspetto originario.
Descrizione morfo - tipologica:L'immobile, a pianta irregolare ad angolo, è costituito da sette piani fuori terra compreso il sottotetto. Affaccio principale su Via Commerciale. La struttura presenta un pianoterra con rivestimento a bugnato rustico, mentre i piani superiori sono trattati ad intonaco di colore bianco. La facciata principale è caratterizzata da una serie di aperture rettangolari al pianoterra, dove emerge nella parte centrale il portale d'ingresso, costituito da due corpi laterali rigonfi, che sorreggono due figure femminili al di sopra delle quali si trova una trabeazione decorata a rosette e mensole scanalate. Al piano superiore si aprono semplici finestre rettangolari. Il terzo piano presenta un balcone centrale aggettante in pietra e ferro battuto, in linea con la facciata, invece, nelle aperture laterali, arricchite da cornici in pietra con mensole in chiave di volta e decorazioni a motivi floreali in pietra. Il piano superiore è caratterizzato da finestre ad arco ribassato; la parte centrale è arricchita da un lungo balcone con parapetto in ferro battuto decorato da motivi geometrici. Nella parte centrale del quinto piano s'innesta una struttura costituita da lesene di ordine gigante con decorazioni a rilievo di tipo liberty. Le aperture laterali sono caratterizzate da parapetti in ferro battuto e cornici con elementi in cotto rosso in chiave di volta. Il livello superiore presenta nella parte centrale tre balconi aggettant con parapetto in ferro battuto decorato da motivi liberty e sorretto da mensoloni di stile floreale. Le finestre sono arricchite da cornice aggettante con disegno geometrico. All'ultimo piano si aprono piccole aperture con parapetto in ferro battuto. A coronamento mensoloni e rilievi in pietra raffiguranti motivi floreali. Il lato breve, ad angolo, e la facciata sviluppata sul pendio su cui sale la trenovia per Opicina presentano il medesimo trattamento architettonico del prospetto principale. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)

Casa Zaninovich al numero 23 di Via Commerciale: L'edificio viene completato entro il 1907, su progetto dell'architetto Giorgio Zaninovich (1876 - 1946), allievo di Otto Wagner tra il 1899 ed il 1902 ed importante interprete della corrente secessionista viennese. La struttura viene inserita nella rappresentativa via triestina di gusto Liberty, studiando una struttura tripartita verticalmente, ornata al centro da ricchi motivi floreali, sviluppando "l'indirizzo "decorativo" secessionista" adottato nella produzione architettonica contemporanea triestina (Walcher, 1967, p. 40). Interessato da diversi interventi di ristrutturazione alla fine del Novecento, l'edificio ha mantenuto l'aspetto originario.

Descrizione morfo - tipologica: L'immobile, a pianta rettangolare, è costituito da sei livelli fuori terra. Affaccio su Via Commerciale. L'edificio presenta un pianoterra rivestito da una fascia più bassa di lastre di pietra e una superiore a bugnato rustico. La facciata presenta una tripartizione verticale costituita da due ali laterali più basse e da una parte centrale più alta e arretrata rispetto al livello della strada. Il portone d'ingresso decorato da inserti metallici e floreali su vetro di stile liberty è inquadrato da quattro pilastri e muretto. Il secondo piano fuori terra presenta quattro fori finestra rettangolari al centro e due balconcini in pietra su cui si aprono due porte finestra ai lati. Il piano superiore è caratterizzato da una loggia centrale a sette archi a tutto centro con fregio sottostante decorato a rilievo. A lato due fori rettangolari con cornice decorata. Nella parte centrale del quarto piano si trova una terrazza con parapetto in pietra su cui si aprono quattro porte finestra. Al di sopra sono riprese quattro semplici finestre rettangolari. Le ali laterali sono arricchite nella parte alta da ricchi motivi floreali disposti su tre diversi livelli al di sotto del cornicione. Al di sopra sono collocate due terrazze con parapetto in ferro. Nella parte superiore del corpo centrale ritornano motivi decorativi a rilievo raffiguranti motivi floreali e geometrici di tipo liberty. Elementi decorativi:Elementi ornamentali esterni Desc. el. decorativi:ELEMENTI ORNAMENTALI (esterno): Elementi a rilievo rappresentanti motivi floreali e liberty a decorazione della superficie muraria dell'edificio. PORTALE (esterno): Portone d'ingresso decorato da inserti metallici e motivi floreali in vetro di tipo liberty. LOGGIA (esterno): Loggia costituita da sette archi a tutto sesto sorretti da pilastri con decorazioni a rilievo di tipo liberty, a sostegno della terrazza superiore con parapetto in pietra in corrispondenza della parte centrale della facciata. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)

Sopra e sotto: Casa Picciola in stile Liberty tra Via Commerciale, Piazza Alberto e Kathleen Casali e Via di Scorcola (Arch. Mario Picciola - 1911/1912)

L'allegoria della Primavera e dell'Autunno è opera del pittore triestino Piero Lucano (20/5/1912)



A sinistra e sopra: Via Commerciale n. 27
Anno di costruzione 1907

Via Martiri della Libertà

Casa Schott in Via Martiri della Libertà, Via Ruggero Manna e Cecilia de Rittmeyer: L'edificio, in stile Liberty, fu progettato nel 1906 dall'ingegnere S. Deutsch per Ulrica Schott e costruito tra il 1908 e il 1910. L'immobile, che ospitava l'abitazione della famiglia Schott e un laboratorio per i filati, fu più volte rimaneggiato tra il 1949 e il 1960. In particolare, negli anni Cinquanta, Edoardo Schott Desico fece ampliare la casa affidandosi all'ingegnere Antonio Guacci.

Casa Schott era la sede dell'attività industriale nel settore laniero di Edoardo Schott. Oltre ad industriale, Schott era stato anche un diplomatico e scrittore giornalista. Nella sua casa conservava il suo ricco archivio storico e industriale, relativo principalmente agli anni Venti, in cui svolse un'intensa attività politica e diplomatica. Alla sua morte lasciò i suoi documenti, per testamento, al Museo del Risorgimento. Edoardo Schott lavorò anche come giornalista, facendo il corrispondente di guerra del Popolo d'Italia e del Lavoro. In casa Schott visse e lavorò per molti anni anche il pittore Carlo Sbisà, genero di Edoardo Schott. Nel maggio 1985 Edoardo Schott Desico vendette la palazzina alla Società Edile Lombarda, che intendeva demolirla per la costruzione di un nuovo edificio. Nei primi mesi del 1987 ebbero inizio i lavori di demolizione dello stabile, bloccati nel mese di marzo dal decreto di vincolo della Soprintendenza. Seguirono due ricorsi al TAR del Friuli Venezia Giulia da parte della società proprietaria dell'immobile, ma in entrambi i casi venne sancita la validità del vincolo. Nel luglio del 1988 la Soprintendenza di Trieste approvò un progetto per la ristrutturazione dell'edificio che prevedeva il mantenimento dei caratteri stilistici originari per le facciata esterne, mentre gli interni vennero completamente modificati. L'anno successivo si iniziarono i lavori di recupero di casa Schott, che attualmente comprende un magazzino, locali d'affari e abitazioni. Nel decreto di vincolo della Soprintendenza si evidenzia come l'edificio si contraddistingue per la preziosità delle modanature e decorazioni di stile Liberty e per la qualità del disegno architettonico. Ciò particolarmente riguarda i disegni delle finestre e dei marcapiani, l'uso del bugnato e le balaustre delle terrazze. Tutti elementi che risultano perfettamente equilibrati e in sintonia con il gusto architettonico dell'epoca. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)


Via Martiri della Libertà n.11, 9 e 7

Sopra a destra: Via Martiri della Libertà, 13
L'immobile, costruito alla fine del XVIII secolo in stile eclettico, si trova in Via Martiri della Libertà, già Via Commerciale Vecchia.
La vecchia strada regia, tracciata sul pendio del monte fino ad Opicina, venne aperta nel 1779 per agevolare il trasporto delle merci verso l' Italia e la Germania (Generini).
Tutelato principalmente per le caratteristiche architettoniche del prospetto, cui si fa specifico riferimento nel decreto di vincolo, l'immobile viene definito come tipico esempio di edificio del Settecento triestino con funzioni residenziali e commerciali.
Il provvedimento di vincolo è limitato alla facciata principale.
(da:Http://biblioteche.comune.trieste.it)


Via Martiri della Libertà 13
Via Martiri della Libertà 13


Portone laterale in Via Martiri della Libertà del palazzo
Rittmeyer del 1963 posto Via Carlo Ghega



Sopra: Via Martiri della Libertà angolo Piazza Alberto e Kathleen Casali - Palazzo del 1909

Sopra: Via Martiri della Libertà
Sopra a sinistra: L'immobile sorge su Piazza casali, già Piazza Scorcola, da cui ha principio Via Commerciale, già Commerciale Nuova, "più conosciuta col nome di strada nuova d'Opicina... essendo stata aperta appena nel 1832 sotto il governatore Principe di Porcia" (Generini, 1968, p. 154). La zona è interessata da una fase di sviluppo edilizio dalla metà dell'Ottocento, in seguito all'incremento delle attività commerciali legate soprattutto all'ampliamento del porto cittadino; in questo periodo si assiste alla costruzione di palazzi e ville, immerse in ampi parchi, commissionate da ricche famiglie, quali Villa Maser e Villa Czeicke. L'edificio in esame, eretto all'interno di un ampio parco, viene ricordato dalle fonti dell'epoca come "il palazzo del barone Ambrogio de Ralli, il cui giardino e le sere sono, da molti anni, affidati al signor Antonio Maron, che coltiva fiori per proprio conto e che, se ha saputo trarre profitto dal suo commefico, ha reso pure un servizio alla nostra città, che attualmente gode fama di città dei fiori" (Goracuchi, de, 1977, pp. 73-74). Il palazzo è stato completato nel 1851 su progetto dell'architetto Giuseppe Baldini, su commissione di Ambrogio Ralli, negoziante greco giunto nel 1821 in città, proprietario di una casa di importazioni ed esportazioni e di una banca, con interessi all'interno del Cotonificio Triestino, della Società metallurgica Triestina e della Raffineria Triestina Oli Minerali. Il complesso viene progettato secondo i principi neoclassici già impiegati in altri esempi dall'architetto Baldini, con una visione semplificata, arricchita solamente da elementi quali balconi e cornici. Il Palazzo è sede dell'Associazione degli Industriali della Provincia di Trieste e dell'Associazione Costruttori Edili. L'edificio, già di proprietà della Stock, è stato venduto nel marzo 1996, per ricavare ambienti per uffici e diverse unità abitative. Il vincolo è limitato alla facciata principale, allo scalone ed a cinque stanze del primo e secondo piano.
Descrizione morfo - tipologica: La struttura, a pianta trapezoidale, è costituita da quattro piani fuori terra, compreso il sottotetto. Affaccio principale su Piazza Casali. La struttura è caratterizzata da un pianoterra con rivestimento a bugnato liscio e trattamento ad intonaco di colore rosa ai piani superiori. La facciata principale presenta il pianoterra scandito da cinque grandi aperture ad arco, alternate a finestre accoppiate. Nella parte centrale spicca un portale decorato da una testa di leone in chiave di volta, affiancato da motivi decorativi, simboli dell'attività commerciale del proprietario. Al di sopra si affacciano tre file di finestre, quattordici per piano, ornate da timpani triangolari e semplici cornici. I prospetti vengono movimentati da numerosi balconi balaustrati che spezzano la regolarità dell'insieme. Un ricco cornicione dentellato completa la facciata. Il lato posteriore riprende la medesima struttura ma in dimensioni ridotte. Il lato breve presenta un portale ad arco a tutto sesto al pianoterra, su cui si innestano quattro mensole a voluta a sostegno del balcone balaustrato superiore, che vien ripreso all'ultimo piano. All'interno si trova un ampio atrio caratterizzato da uno scalone con colonne e balaustre, ornato da due leoni marmorei. Ricche decorazioni ad affresco si trovano nelle stanze dei primi due piani; accanto a soffitti decorati in legno, si possono ammirare affreschi a monocromo con motivi classici e una serie di ritratti di uomini illustri entro medaglioni. (da:Http://biblioteche.comune.trieste.it)

SCORCOLA
Colle e rione storico della città. Confina con Roiano lungo la via Commerciale, con i rioni del centro città alla base del colle, con Cologna lungo vicolo del Castagneto, villa Giulia e il centro sportivo di Campo Cologna, nelle vicinanze della sommità dell'altura. Il rione di Barriera Nuova era in origine parte di Scorcola, prende infatti il nome dalla dogana costruita alla base di via Commerciale, lo storico teatro di via del Coroneo, oggi non più esistente, ancora nel 1905 era detto di Scorcola. L'area faceva parte della Tergeste romana, come dimostrato dalle lapidi funerarie e dalle iscrizioni della Legio XIIII Gemina conservate nel museo di storia ed arte e trovate in zona. Annotato come Scolcola già nel 1173, si vuole far riferire il nome alla presenza di vedette militari. Principalmente agricolo nel 1288 divenne base delle forze della repubblica di Venezia che assediavano Trieste, l'area occupata dal forte della Serenissima è ora nota come Romagna. I veneti infatti venivano ancora richiamati ai possedimenti italiani dei bizantini, sebbene non ne facessero parte già da secoli.
Quest'area fu la prima ad urbanizzarsi specie con la costruzione di ville e tenute agricole, per poi conoscere una forte crescita con la costruzione di via Commerciale per volontà di Karl von Zinzendorf nel 1777. L'eccessiva pendenza della nuova strada spinse le autorità alla costruzione di una nuova via (Strada nuova per Opicina) lungo il rione di Cologna già nel 1832, preservando il rione da grandi costruzioni fino all'apertura della Tranvia di Opicina nel 1902. L'area si è così trasformata da agricola a residenziale di pregio, con una graduale perdita delle aree verdi (Da: Wikipedia)

Via di Scorcola

Salita Trenovia

Via di Scorcola

Via di Scorcola

Via Virgilio

Via di Scorcola

Via Virgilio

Villa in Via Giovenale (zona Via Ovidio): La “casa dei testoni” (conosciuta anche come la “casa del bebè”). In via Giovenale (circa a metà della via Commerciale), abitava un artista, scultore e pittore, che alla nascita del figlio maschio, tanto atteso, volle, folle di felicità, trasformare la sua abitazione in un piccolo e singolare capolavoro, riempiendola di sculture, bassorilievi e affreschi. La prima foto ritrae l’ingresso alla palazzina con sopra il bebè, attorniato dai genitori raggianti di felicità. (Fonte: Dino Cafagna)



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